Dic 092015
 

Roma, Wishlist Club, 21 novembre 2015
★★★☆☆

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Il Wishlist Club, ormai uno dei live club romani piu attivi e presenti per quanto riguarda la scena musicale originale romana e non ( e spesso teatro delle nostre Slowfeste, ricordiamo gli show dei Mardi Gras, di Joe Victor e la più recente con Barbara Eramo) ospita questa sera il il ritorno sulle scene della rock band romana Closeway.
Avevo conosciuto la band quando usci il loro cd “Get off the ground” un disco di rock solido con un singolo di rock puro come “Warm me up again” a fare da apripista.
La band romana, anche in unione con I Santi Innocenti Onlus che si occupa di progetti di cooperazione e borse di studio e sostegno a distanza nei Paesi del Sud del mondo e in particolare opera IN El Salvador, questa sera presenta il nuovo ep.
Il comunicato recita cosi ““Tall trees – El Mozote nunca màs” is written for El Salvador’s people and for all forgotten children.
Every one of us, performing those songs, focus on the suffering and love that our life as a whole entails.
We focus especially on the hope, the strength and the courage that very special people show us, they inspire us to live a better life!”
CLOSEAWAY

E tutto il concerto ruota tra brani rock, rock diretto e molto tagliente (Segnalo “Victoria”; “Antares” “Peace and Pain” e una bella versione di “Hurt”) e impegno con svariate incursioni sul palco di Marco Romani della Santi Innocenti Onlus a illustrare il filmato proiettato al Wishlist riguardo l’impegno concreto in quelle zone sfortunate del mondo.

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Ora parlo con Domenico Guida l’energico e ispirato front man della formazione, di questo nuovo brano e del video abbinato.

Ciao Domenico, come è nato questo interesse per la condizione dei bambini del Salvador?

D.G: Una notte di 10 anni fa la pellicola di Luis Mandoki trasmessa “per caso” su Rai 3, mi ha rapito, mi ha sbattuto al muro, mi ha costretto fino all’alba a tradurre in note e parole quel groppo in gola…
Dopo aver inciso quella demo embrionale, ho approfondito il tema…quelle storie…
La condizione dei bambini in quegli anni…é una condizione purtroppo attuale nel mondo…El Mozote è un simbolo dell’altro ieri dell’America Latina …ma anche di oggi e non solo lì ma anche in giro in tutto il globo. E se vedi le interazioni dei Salvadoregni sulla pagina dei Closeaway puoi notare anche che l’argomento è delicatissimo..
I punti di vista possono essere tanti..e lo strumento più importante per giudicare e costruirsi una vera opinione non ce l’abbiamo mai: L’Informazione, la guerra e chi ci va di mezzo…chi è costretto ad attaccare per difendersi…cosa succedeva in Europa in quegli anni,cosa succede oggi..

Il vostro “get off the ground” è stato molto ben recepito dalla stampa musicale e dal pubblico, avete calcato anche palchi come l ‘Orion Club. Cosa vi ha dato il disco e cosa avete messo nel vostro bagaglio personale ?

D.G:Il disco parla di una nave stellare, e parla del percorso interiore che ognuno di noi può fare.
Il disco come altri tipi di progetti è un’esperienza importante, per noi in questo caso è stato un po’ come vivere i testi stessi che cantiamo, imparare continuamente a fare squadra, a rispettare i ruoli, i tempi e gli obiettivi è la cosa più difficile ma più bella da condividere…ci ha lasciato una gran voglia di farne altri dieci assieme!

Oggi che stiamo scrivendo sono strani tempi per la musica, siamo nell aftermath del Bataclan. Pensi che tutto questo aleggierà sui prossimi live delle band italiane e non e come vi siete sentiti voi alla vigilia di questo concerto al Wishsist dove presenterete il nuovo lavoro?

D.G: Alcuni mi hanno scritto chiaramente che non sarebbero venuti al nostro live di presentazione per la paura di attentati ma, il Club come hai visto era comunque pieno.
Personalmente non ho mai avuto paura dei momenti di crisi…possono essere piuttosto un pretesto per migliorarci per svegliarci da un torpore di incoscienza generale.
Credo nell’equilibrio tra passione e leggerezza(quella che fa rima con serenità).IMG_3995
Bisogna essere sempre pronti a fermarsi, specialmente se c’è un pericolo reale, e pronti a darci dentro fino in fondo con coraggio se ci credi veramente, se ha un senso per se stessi, non fermarsi!Non scordarsi mai che ogni giorno possiamo, dopo aver controllato cosa c’è rimasto nelle tasche, alzarci e decidere chi e come vogliamo veramente essere.
La paura spesso è una scusa.

Questo ponte culturale verso il Salvador avrà un’influenza anche nel vostro prossimo cd full lenght o sarà solo un episodio? E quali saranno i prossimi orizzonti sonori che esplorerete?

D.G:Non ti nascondo che stiamo sperimentando “contaminazioni”, ma nella pentola ci sono sempre così tanti elementi che mi rimane difficile pensare a quale potrà essere il sapore musicale predominante…
Entri in sala registrazione con un idea e già dal premix potresti accorgerti di essere arrivato da un’altra parte.Alcune canzoni sono nate con un mood ben preciso, avere la libertà di condividere, smontare e ricostruire tutto insieme all’intera band…ci ha portato a confezionare dei pezzi di cui, non nascondo, siam tutti molto innamorati! Perciò chissà…? Staremo a vedere..”

Grazie Domenico e tutta la band e seguite i Closeway sui vari canali social!

Recensione e Intervista di Fabrizio Fontanelli

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