Lug 222010
 

Roma, Villa Ada, 18 luglio 2010
★★☆☆☆

La rassegna Roma incontra il mondo sta per raggiungere la maggiore età (l’estate prossimo festeggerà la diciottesima edizione!!) ma non sembra affatto sentire il peso degli anni, anzi appare sempre più come la rassegna regina dell’estate romana, con una proposta sempre varia e ricercata che non teme davvero paragoni.
Ne è la riprova il folto pubblico che l’altra sera si è accalcato sotto gli alberi del parco romano ad accogliere con entusiasmo l’arrivo delle CocoRosie, l’ensamble costituito dalle sorelle Bianca/Coco e Sierra/Rosie Casady, giunte a Roma a proporre i brani del loro più recente lavoro, Grey Oceans, che ha costituito l’ossatura della scaletta del loro show romano.
Rosie, fasciata in una tuta bianca ed avvolta in un mantello di merletti, si è posizionata davanti all’armonium ed ha riempito l’aria con i suoi sognanti vocalizzi ispirati alla musica lirica, mentre Coco (berretto da baseball, corpetto sexy e pantaloncini oversize da basket) con la sua voce da Betty Boop, la accompagnava alternando il flauto al clarino. Il tutto rinforzato dallo human beatbox del fido Tez che imprimeva alle sonorità neofolk-lowfi-psychourban-e-chi-più-ne-ha-più-ne-metta una timbrica smaccatanente techno/trip-hop. L’alternanza di atmosfere oniriche e brani più convulsi è stata la caratteristica dominante della serata, unita ad un’irrefrenabile giocosità e infantile voglia di scatenarsi che ha contagiato il pubblico delle prime file.
Il gioco di rimandi e contrapposizioni è continuo: pianoforte a coda misto a strumenti giocattolo, arpa e drum-machine, lacrime dipinte sul volto ed ampi e sognanti sorrisi, atmosfere che rimandano agli ampi spazi delle praterie nordamericane (per non dimenticare l’origine Cherokee del duo) seguite da atmosfere al limite dell’hip-hop degno dei peggiori gangsta rappers.
Le sorelline Casady hanno saputo trasformare il riscoperto reciproco affetto dopo decenni di separazione in un sodalizio artistico di cui non sempre si può riscontrare il valore assoluto, ma di sicuro impatto mediatico. La complicità e la voglia di mettersi in gioco, così come l’energia profusa durante lo show sono sicuramente genuine ed apprezzabili. Resta una certa perplessità di fondo sulla scelta di voler stupire sempre e comunque; finito l’iniziale e devastante effetto sorpresa, la rincorsa dell’originalità a tutti i costi non sempre raggiunge l’obiettivo: la loro proposta alla lunga mostra tutti i propri limiti ed arriva quasi inesorabile lo sbadiglio di mezzanotte a chiudere la serata.

Scaletta:
1.R.I.P. Burn Face
2.Undertaker
3.Black Rainbow(Warrior)
4.The Moon Asked The Crow
5.Smokey Taboo
6.Grey Oceans
7.Lemonade
8.K-Hole
9.Tez (Beatboxing Interlude)
10.Fatherhood
11.Happy Eyez
12.Hopscotch
13.Turn Me On (Kevin Lyttle cover)
14.Promise
15.Fairy Paradise
Encore:
16.Werewolf
17.Tranny Power

Recensione di Fabrizio
Foto di Rosa Paolicelli

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  One Response to “CocoRosie: complotto di famiglia”

  1. […] dove sul palco stanno salendo le sorelle Casady, meglio conosciute come Cocorosie, gia presenti l’anno scorso a Villa Ada. Le due, sfoggiando le loro solite vesti bizzarre, sono accompagnate dal pianista-tastierista Gaël […]

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