Lug 262011
 

Guidonia (RM), 14 – 17 Luglio 2011

Il FaryLands Celtic Festival è una delle poche opportunità in Italia di ascoltare dal vivo la Musica Irlandese, Scozzese, e Bretone, che rappresenta la Tradizione Musicale Celtica nella sua essenza. A prescindere dai goffi tentativi di alcune formazioni politiche di appropriarsi di tali suoni e di tale Tradizione, già ai tempi della fondazione dell’Estate Romana, alla fine degli anni settanta, Roma a più riprese organizzò splendidi festivals, a Villa Pamphili, e poi a Villa Torlonia, ove si esibirono artisti e gruppi che successivamente avrebbero goduto di grande notorietà internazionale, come i Chieftains, già autori di parte delle splendide musiche di “Barry Lindon”, di Stanley Kubrick, ed i Clannad, irlandesi, ed il bardo bretone Alain Stivell, geniale polistrumentista, i quali tutti con orgoglio hanno sempre difeso le radici etnico – culturali della propria terra.

Come non ricordare, peraltro, lo splendido film di John Houston, “The Dead”, tratto da “Gente di Dublino” del grande James Joyce, che lo diresse poco prima di morire, assistito dalla figlia Anjelica, che era un magnifico, intenso atto d’amore per l’Irlanda, patria del Regista, e la sua Musica?

Ci furono addirittura gemellaggi italo irlandesi, con gruppi come i Roisin Dubb, formato da componenti di ambedue le nazioni, che ebbero un grande successo a vari festival di Dublino. Successivamente, dette sonorità, che avevano avuto nel nostro Paese una buona diffusione, caratterizzate da grande fascinazione lirico-melodica, passarono un po’ di moda.

Da qualche anno, in tono minore, la Città di Guidonia ha voluto rilanciare questo genere di musica di grande suggestione, fortemente evocativo. Di anno in anno, comunque, il successo dell’iniziativa è stato crescente, anche per la felice scelta della location, situata nella centralissima pineta della cittadina, ove è stato ricostruito un angolo d’Irlanda, con tanto di Menhir, e numerosi stands di libri e cd basati sulle arcaiche tradizioni di elfi e di gnomi, di fate e di streghe .
Abbiamo avuto l’opportunità di assistere ad una intera, intensa serata, presenziando a tre lunghi concerti.

The Shire: Daniel Bagnani (Violino), Marco Cignitti (Uillean Pipe, Tin Whistle), Marzio Venuti Mazzi (voce, chitarra), David Scagnetti (Voce, Gaita, Uillean Pipe, Tin Whistle, Luca Verzulli (Flauto, Concertina, Tin Whistle

★★☆☆☆

Questo gruppo, capitanato dal polistrumentista Luca Verzulli, formato da italiani che amano profondamente la tradizione musicale irlandese ed hanno una buona conoscenza delle radici culturali della musica celtica, ha realizzato una buona performance, ottenendo un netto successo di pubblico.

Con un ottimo repertorio di gighe, reel, polche, hornpipe e classiche melodie, l’ensemble ha offerto una serie di “traditional”, di buon impatto emotivo, spingendo una parte del pubblico a danzare, in una atmosfera di gradevole leggerezza.
I musicisti che compongono il gruppo utilizzano gli strumenti classici della tradizione irlandese: violino, cornamusa, flauto, whistle, chitarra ed a volte l’arpa, con buona perizia tecnica. Pur avendo cercato, con intenti didascalici, di spiegare al pubblico la natura e la qualità dei brani ripresi dalla Tradizione dell’Isola di Smeraldo, lo spettacolo è però apparso leggermente artefatto; in definitiva la rilettura dei classici riproposti è sembrata un po’ fredda ed accademica, più adatta ai ritmi della danza, che all’evocazione di atmosfere cameristiche, quintessenza della poetica di un gruppo di folk celtico irlandese, di cui comunque The Shire possiede la qualità stilistica.

Pax Duo

★★½☆☆

Godibile anche il concerto di Pax Duo, in cui un pianoforte ed un violino hanno duettato a lungo, rivisitando classici della tradizione anglo scoto irlandese, evocando atmosfere di intenso lirismo, ove però la mancanza del canto ha un po’ affievolito la magia delle melodie. I due musicisti non si sono, comunque, fermati alla tradizione celtica, ma hanno rivisitato molte suggestive danze europee, ed il suono del violino, particolarmente ispirato, ha creato momenti di notevole suggestione.

Oriel: Gerry O’Connor (violino), Nuala Kennedy (canto, flauto), Martin Quinn (fisarmonica), Gilles Le Bigot (chitarra)

★★★☆☆

Questo supergruppo, formato da elementi irlandesi e bretoni, e per l’occasione, italiani, è stata la più bella scoperta del Fairylands Festival.
Creando atmosfere di intenso lirismo, i Musicisti, dotati di una tecnica eccellente, hanno realizzato una performance di grande valore, alternando “traditionals”e composizioni da loro create, mandando in visibilio gli spettatori, che tra le varie gighe e reels, e splendide ballads cantate in gaelico, si sono scatenati in danze vorticose, mentre, come nella più pura tradizione irlandese, fiumi di birra venivano versati. Un’ensemble di veri professionisti, dalla tecnica sopraffina e capaci di evocare intense emozioni.

Abbiamo avuto modo di contattare, dopo il concerto, l’istrionico violinista Gerry O’ Condor, con il quale abbiamo fatto il punto sullo stato della musica tradizionale irlandese; egli, pur grato agli italiani interessati ed amanti della musica del suo Paese, afferma che la musica dei Wisky Trail, per esempio, la cui performance si è tenuta il giorno successivo, nulla ha a che fare con l’Irlanda, mentre certamente questo supergruppo, dotato di varie e distinte personalità soliste, autrici di dischi, si muove sulla scia dei formidabili gruppi anni settanta ottanta, come i Planxty, The Bothy Band, De Danaan, nell’ambito della tradizione celtica più pura ed incontaminata, che fa capo alla grande scuola musicale dei bardi, in particolare Ossian ed O’Carolan, che trasmettevano oralmente i canti antichi.

La serata si è chiusa splendidamente, a microfoni spenti, con una session acustica di tutti i musicisti che si erano esibiti. Veramente uno spettacolo insolito e di notevole suggestione.

Recensione di Dark Rider
foto di Lovely Rita

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