Mag 012010
 

Roma, Circolo degli Artisti , 28 aprile 2010
★★★½☆
Luogo comune cita che per un musicista che diventa famoso ce ne sono centomila che non riescono altrettanto pur essendo migliori del fortunato. Se poi aggiungiamo una malaugurata (o sfigata) scelta organizzativa, ossia la contemporaneità del concerto, in altra sede, di Robin Proper-Sheppard aka Sophia e pure una semifinale di Champions League, ecco che si spiegano i trenta spettatori che hanno assistito all’evento. Peraltro soddisfatti, perchè lo spettacolo è stato interessante.
Essendo le due sorelline attrici protagoniste, Rachel e Rebecca (Becky) del Northumberland, confine Inghilterra-Scozia (la parte “terrona” dell’isola) , lo spettacolo ed il disco prodotto vertono su traditionals del luogo riproposti in armonizzazione vocale accompagnati da una band mai sopra alle righe, un totale di sette elementi sul palco, che si scambiano ruoli e strumenti e mai danno la sensazione di essere comprimari nei confronti delle sorelline.
Che a loro volta si producono in sorprendenti tip tap e colpi di tacco sul pavimento (opportunamente amplificato) per accompagnare in una sorta di batteria rudimentale alcuni pezzi. Commovente l’addetta al merchandise, che lascia lo stand per materializzarsi sul palco, fare i controcanti in un pezzo e ritornare subito dopo in postazione vendite.
Concerto non per tutti, se non adeguatamente preparati ci si potrebbe annoiare facilmente, però è stata una ennesima dimostrazione di come le tradizioni siano radicate nel nostro dna, di qualsiasi parte del mondo si tratti.
Tra i brani, tratti principalmente dal recente ‘Here’s the tender coming’ distribuito dalla prestigiosa e storica etichetta Rough Trade, oltre alla title track che ha concluso il concerto, ci piace ricordare la suggestiva ‘The Testimony Of Patience Kershaw’ con un ottimo accopagnamento di violino e violoncello, ma soprattutto una rilettura efficace di ‘River Man’ del mai troppo celebrato e compianto Nick Drake. Evidentemente le due sorelle sanno scegliere bene le cover, visto che spesso dal vivo si esibiscono nella beatlesiana ‘Sexy Sadie’, distante anni luce dall’originale, ma molto piacevole anche nella loro insolita versione, che però stasera non hanno voluto riproporre. Nell’elencare gli episodi più riusciti della serata non possiamo trascurare il coinvolgente 7/8 di ‘Lucky Gilchrist’, il brano musicalmente più elaborato e di ampio respiro dell’intero repertorio, dall’andamento jazzistico e dagli impasti vocali particolarmente ricchi e azzeccati.
Insomma un esempio di genuina partecipazione e passione per l’argomento trattato. E la sensazione che se ci fossero stati diecimila spettatori in più lo spettacolo sarebbe andato esattamente nello stesso modo.
E di conseguenza mezzo voto in più in pagella

Recensione di Attilio
Foto di Fabrizio

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