Set 062018
 

dogmanCinema all’aperto, al Festival Locarno, temperatura perfetta di fine agosto, presentazione degli autori del libro che ha ispirato Dogman, ritenuto un capolavoro di Garrone, che è stato premiato a Cannes come miglior interpretazione di tal Marcello Fonte; e sì: perché in un certo cinema di tendenza i brutti vanno di moda; è fin qui non c’è nulla di male: mica debbono essere tutti bellocci! Chi non ricorda  Dustin Hoffman? Fonte vorrebbe essere il nuovo Carlo Delle Piane, ma senza registi come De Sica o Steno perché il neorealismo li era reale mica artificiale. Ma poi in un altro cinema che si spinge oltre, il brutto che non sa recitare fa ancora più tendenza: la tendenza della tendenza che fa tendenza al quadrato. Poi metti 4 coatti veri: uno poi gira la voce che coatto criminale lo è stato davvero ( ma non si può dire chi è) con tutti veri “pippati” e non per finta, perché altro che metodo Stanislavskij dell’Actor’s studio, questi mica c’hanno bisogno di girare come degli scemi per 6 mesi su un Taxi come fece Robert De Niro, per sembrare veritiero, questi so’ ruspanti veri, quanto basta per avere successo, e trasmetterlo a chi lo recepisce; la solita critica sbrodolona e chi ne viene assorbito. Certo: poi metti un ambiente squallido ma privo di reale storia ( ma che volevi girare sto film alla Magliana? Eh no! Quì si fa neorealismo ma metafisico; no, bisogna trovare una location particolare, una Location style Garrone. Afferma il regista in un intervista: “un luogo che fosse frontiera e che richiamasse una atmosfera western” (!!!!) ( si Western, mettiamoci pure quello nella maionese!), In realtà Garrone aveva nostalgia del mare domiziano , dove ha già girato Gomorra ma anche L’Imbalsamatore: ha pensato che magari gli avrebbe portato bene come negli altri due: e difatti c’è riuscito! Questo mica è un docufilm sul Canaro che va girato nelle borgate di Roma……ambientato nel casertano, con gli attori che parlano romanesco e il protagonista che è tutto aspirato calabrese! Una aspirazione-ispirazione …ma anche una espirazione di miei sbuffi! E poi che lo volevi ambientare alla fine degli anni 80? Ma no! questa è una storia vera “fino a ‘na certa”, astratta “(ma)però fino a ‘na certa”, sceneggiata sempre fino “ a ‘na certa”…. ma poi visto che “se sarà fatta ‘na certa” pure per la produzione: come viene viene; così si plasma spontaneamente la metafisica neorealista! ma non era neorealismo metafisico? Vabbè fa lo stesso! Poi c’è pure chi “dice che dice” “arisurta che se giri un firme co’ la cinepresa a spalla, da più l’effetto der laivve!” Si ma anche questo è superato, facciamo inquadrature fisse, piatte, come le foto vintage degli anni 70 tipo mammina piccola piccola sotto la torre di Pisa! “Che è meglio” dice Gargamella che sarà stato l’aiuto regista! E pensare che mi avevano talmente tanto rapito la presentazione degli autori del libro ( che chissà come sarà), e il preludio serale di settembre, che alla fine del primo tempo me ne sono andato….non mi capitava da almeno 20 anni…..
Marco Mazzeo

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