Nov 242013
 

Marshmallow Pies: Between cloudy and sunny days (Indipendent release 2013)
★★★☆☆

Spulciando tra tutto il materiale che ricevo per Slowcult (o che incuriosito mi vado a cercare) ecco che spicca questo primo lavoro. Il trio viene da Wonderland, Como e si chiamano Marshmallow Pies.
“Follow her down to a bridge by a fountain, Where rocking horse people eat marshmallow pies”…credo che la maggior parte di noi sappia a chi appartiene questo verso… ed è proprio questa frase eterea ad aprire questo affascinante viaggio tra chitarre acustiche, pianoforti e voci.E questo lavoro ha tutti i pregi e difetti di un’opera prima. Ma un’opera prima che vale di segnalare per gusto, delicatezza, arrangiamenti minimali e per il fatto di portare l’ascoltatore in un mondo dove il trio da Wonderland riesce a portarti, facendo scattare, almeno a me, il tasto replay alla fine del primo ascolto.
E ogni artista che sappia tra le loro composizioni saper incastrare gustose rivisitazioni di “Song 2” dei Blur e un gioiello di Damien Rice come “The professor & la Fille Dance” è degno assoluto di nota.
Bellisime “Colourless” e “Storyboard” con il piano e il violino in grande spolvero. In “Don’t try” il mantra “Don’t try to change me again” risuona come un imperativo che spero si riferisca anche alla loro attitudine pura nel fare musica che traspare tra le tracce. Anche l’unico brano in italiano “Le Parole” che chiude il lavoro è molto bello anche se preferisco il trio alle prese con la lingua inglese, anche grazie a un’ottima pronuncia e un’appeal internazionale del lavoro.
“Tre anime candide che sanno far sognare” recita il comunicato stampa. Aggiungerei un cd candido che ti fa viaggiare.

Ed eccole a noi per Slowcult, abbiamo avuto l’occasione di intervistarle:

Da cultore del genere ho molto apprezzato il vostro album, giocato sulle emozioni e sulla semplicità/intensità dei brani. Raccontatemi la genesi del disco..

Il disco è stato inciso dopo quasi due anni di concerti prima in duo chitarra e voce e successivamente in trio con l’aggiunta di Greta al piano. La composizione dei pezzi si dilata molto in questi due anni con un risultato stilisticamente omogeneo ma dai contenuti molto diversi in base appunto al periodo in cui sono state scritte e a quello che succedeva tutto intorno a noi e a noi stesse come gruppo. Quindi un duo che diventa trio con un lavoro di riarrangiamento di tutti i brani; lavoro che era ancora in corso quando per caso ci viene fatta un’offerta fer la registrazione di un disco che abbiamo accettato ed eccoci… abbiamo iniziato le registrazioni e poi i mix e i master, la siae, le grafiche, le stampe (davvero c’è così tanto lavoro dietro un disco?!) e poi il 28 aprile lo abbiamo presentato al “grande pubblico”.

Sicuramente quello che arriva all ascoltatore è la summa di tutti i vostri ascolti e influenze. Vi chiedo cosa ascoltavate durante le registrazioni e cosa state ascoltando/leggendo/guardando adesso visto che su Slowcult si parla di cultura a 360 gradi

Simona: Tutte e tre condividiamo degli ascolti e abbiamo diverse influenze da altri… Personalmente durante le registrazioni ero immersa in un mondo fatto di radiohead, massive attack e archive. Solitamente spazio dal cantautorato al pop-rock, rock’n’roll, country, soul… per fare qualche nome citerei Damien Rice, Mumford and Sons, Frank Turner, Beatles sempre e comunque, The Hives, Strokes, Tame Impala… Non sono una lettrice accanita ma tra i libri che più mi hanno affascinato ultimamente ci sono la trilogia de “L’ombra del vento” di Zafon e “Spiriti” di Benni…
Greta: Io ho sempre ascoltato diversissimi generi di musica: rock, metal, pop, ska, jazz, classica, folk, irish, punk
Durante la registrazione dell’album ascoltavo ero immersa in tre generi completamente diversi tra loro: per altri progetti stavo suonando molto pop, a lezione di pianoforte stavo studiando jazz e nel tempo libero avevo bisogno di sfogarmi ascoltando metal.
Francesca: Questa primavera abbiamo ascoltato un sacco di rock, ma in generale ascoltiamo cantautori e gruppi folk, nu folk e country come Mumford & sons, Damien Rice, Laura Marling.
Al momento sto cercando di scoprire nuovi artisti e gruppi sempre sul genere pop acustico, tipo Birdy e Tom Odell, e sto leggendo Shining di Stephen King.

Il lavoro ha un appeal non solo per italia, progetti di diffondere il lavoro all estero? Live, blog ecc?

Come primissimo obiettivo vorremmo uscire dalla nostra cara Lombardia per portare il nostro album un poco più lontano, un passo alla volta.
Magari in futuro riusciremo addirittura a oltrepassare il confine italiano… Sarebbe molto bello..

Grazie ragazze e buon viaggio!

Recensione e intervista di Fabrizio Fontanelli

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