Mar 172015
 

Roma, Auditorium Parco della Musica, 23 febbraio – 26 febbraio 2015

★★★★☆

DU2014_LonelyTogether_0203Una cosa è certa per quel che riguarda “Equilibrio – festival della nuova danza”, il livello degli spettacoli è sempre altissimo. La manifestazione arrivata ormai alla sua undicesima edizione e sotto la consolidata direzione artistica di Sidi Larbi Cherkaoui, ci ha proposto una lunga serie di compagnie, danzatori, coreografi provenienti da ogni parte del mondo. Slowcult ha visto per voi due spettacoli molto diversi tra loro ma entrambi molto belli: Yama di Damien Jalet con lo Scottish Dance Theatre e Lonely Together di e con Gregory Maqoma e Roberto Olivan. Se il primo è l’energia propulsiva della vita che si fa danza, il secondo è un dialogo tra due linguaggi diversi che di tanto in tanto come per magia riesce a unificarsi.
Yama è un viaggio nella mitologia della montagna che si ispira a riti pagani giapponesi; per questo balletto di circa un’ora il coreografo si è servito di una pedana rialzata e leggermente inclinata, con un buco al centro da cui compaiono e scompaiono i danzatori somiglianti a figure non del tutto umane ma piuttosto appartenenti al mondo della fantasia. La scenografia dell’artista visivo Jim Hodges è parecchio interessante sia per la sua forma che per la sua funzione in quanto aiuta e amplifica i movimenti dei danzatori che con l’ausilio della struttura possono sfruttaScottish Dance Theatre presents Yama by Damien Jalet. Photographer Brian Hartley (1) [800x600]re al massimo la dinamica dei movimenti. Gli stessi costumi sono pensati sia per trasfigurare l’immagine umana, ma anche per estendere la suggestione e rendere tutto più largo e visibile. Il ritmo cresce man mano che lo spettacolo va avanti e la musica incredibilmente e forse un po’ troppo ipnotica, alcune volte va di pari passo all’intensità della coreografia altre volte invece sembra quasi opporglisi. Bravissimi i danzatori impegnati non tanto in una danza difficile, quanto in uno spettacolo mozzafiato e faticosissimo.
Molto più intimista invece lo spettacolo Lonely Together dei danzatori Gregory Maqoma e Roberto Olivan. Sud africano il primo e catalano il secondo, hanno dato vita ad una coreografia non del tutto omogenea ma sinceramente comunicativa. I due ballerini decisamente non condividono lo stesso linguaggio della danza poiché provengono da zone e esperienze diverse, ma il bello è stato vedere come potevano dialogare e capirsi e farsi capire dal pubblico pur danzando in due maniere molto diverse tra loro. Questo lo si poteva apprezzare maggiormente nei momenti in cui eseguivano la stessa coreografia nello stesso momento. I passi erano uguali ma il modo di farli vivere sul palcoscenico era del tutto diverso. Lo spettacolo esalta il valore della diversità inteso come arricchimento dell’altro e dell’insieme. Entrambi molto bravi sorprendono anche per una inaspettata vis comica niente male!

recensione di Claudia Pignocchi

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