Giu 252010
 

L’amore non si dice, di di Massimo Vitali. Fernandel, 2010.

★★★½☆
Quelli che hanno l’abitudine di fare ordine nella libreria organizzandola per “genere letterario” con questo libro avranno vita dura. Non starò a riassumere il contenuto di questo libro, per quello c’è la quarta di copertina, e ai tempi di Internet è facile leggerla anche senza andare in libreria, ciò che vorrei raccontare è come questo testo è scritto. La cosa che più mi ha colpito di questo testo è l’originalità della scrittura (non di struttura, chi ha letto “Zoo o lettere non d’amore” di Skloskij noterà somiglianze). Immaginando di dover leggere 100 lettere scritte da un innamorato alla sua amata silente verrebbe da suicidarsi dalla noia e invece, nel libro di Vitali, non c’è nulla di noioso. Ogni lettera è lucida e strampalata, acuta e ingenua, leggera e profonda, in una alternanza di registri che mai si percepisce artefatta. Il vincolo di non dover mai parlare d’amore diventa un prezioso pretesto per parlar d’altro, di tutto, un tappeto elastico su cui fare acrobazie e affrontare i temi più distanti e apparentemente lontani dall’amore quanto un politico dall’onestà intellettuale. E il tappeto elastico non è un paragone a caso, è l’unico gioco-attrezzo-sport, che fa dell’apparente leggerezza di chi salta la sua attrattiva principale. Esattamente come nella scrittura di Massimo Vitali.

Recensione di Daniele Borghi

  3 Responses to “L’amore non si dice”

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