Lug 312010
 

Roma, Cavea Auditorium Parco della Musica, 21 luglio 2010

★★★★☆

Jon Thor Birgisson, detto Jònsi, geniale front man dei Sigur Ros, fantastico ensemble islandese di Ethereal Music ci ha fatto dono nella Cavea dell’Auditorium di uno splendido concerto, conferendo ai bellissimi brani solisti del suo recente album “Go”, una energia ed una musicalità inedite, unite ad un fascino arcano che ha stregato il pubblico, che non ha rimpianto affatto il complesso d’origine. La performance è stata enormemente arricchita dai meravigliosi visuals che la 59 productions ha confezionato per il suo tour. L’album è nato con l’aiuto da un gruppo di musicisti creativi, tra cui spiccano Nico Muhly, noto per la collaborazione con Philip Glass, Bjork, Antony and The Johnsons ed il genio delle percussioni Samuli Kosminen (membro dei Mùm), che realizzano un impasto sonoro di eterea suggestione e di gioioso incanto. Nel concerto dell’Auditorium l’Artista ha superato se stesso, evocando da subito un’atmosfera eterea e ipnotica, iniziando dai brani più acustici del suo repertorio solista, gli splendidi “Star in Still Waters”, che nasce con un semplice ed etereo suono di chitarra, seguito da “Hengilas”: quest’ultimo brano di commovente e struggente intensità è accompagnato dalle immagini oniriche che rappresentano una illustrazione naturalista raffigurante tipici animali del Nord Europa, che prende lentamente fuoco, mentre da essa si librano in volo centinaia di farfalle.
Con i brani successivi, i magnifici “Icicle Sleeves” e “Kolnidur”, quest’ultima aperta dalle suggestive note di un pianoforte, il concerto entra nel vivo: la splendida voce in falsetto di Jònsi si libra potente trasportando gli spettatori in un clima magico e onirico, pieno di sensazioni di sottile impatto emotivo, mentre sul grande schermo appare la animazione fantastica di un lupo e di un cervo.
“Tornado”, aperto dalle cupe note del piano, è forse il brano più evocativo ed immaginifico, in cui la voce del Musicista si libra in vari volteggi creando un impatto sonoro con gli strumenti, che rappresenta, nel contempo, pura avanguardia contemporanea ma anche ancestrale e solenne classicità. Un pathos misterioso e sublime, l’evocazione di atmosfere d’incubo eppure piene di luce si espande nella Cavea.
E’ poi la volta di un’altra gemma meravigliosa, “Sinking Friendships”, che egli esegue interamente al pianoforte, conferendole maggiore intensità che nell’album di studio.
Seguono altri brani dalla struttura armonica più semplice, con ritmi quasi “Dance”, comunque piacevoli, mentre i visuals sullo sfondo raccontano di boschi, di temporali e lampi, della primavera che rinasce con impatti visivi di sconfinato splendore, che unitamente alla musica, inducono lo spettatore ad una sorta di vera e propria trance.
“Animal Arhitmetic”, quasi una nenia per bambini, è eseguita interamente al pianoforte, così come “New Piano Song”, lirica e avvolgente, mentre sullo schermo appaiono lucciole che si trasformano in fantasmagorici arabeschi di stelle, che a loro volta si trasformano in Sole, ghiaccio e gas.
Termina il concerto, ma in realtà non è finita, perché i bis sono tutti di stupefacente bellezza: Jonsi torna sul palco indossando un copricapo da stregone ed esegue le fulgide “Sticks and Stones” e “Grow Till Tall”, che lasciano senza fiato, mentre le splendide immagini alle sue spalle rappresentano una straordinaria mutazione delle stagioni autunno inverno, con alberi che perdono foglie, la neve che cade intensamente, ed un acquazzone che diviene tempesta e tutto porta via, quasi per un magico rito di purificazione interiore.
Già con i “Sigur Ròs” Jònsi si è reso più volte interprete delle leggi della natura, della loro terribile violazione da parte dell’uomo, della loro crudele e stupefacente bellezza; in questo meraviglioso concerto, con l’ausilio della moderna “Visual Art” Egli ha delineato con chiarezza la sua poetica, la sua danza sciamanica ha attraversato i cicli delle stagioni, la sua voce unica ed intensa si è fusa con l’incanto della luce, in una drammatica, onirica performance che rimarrà per sempre nei nostri cuori.

Recensione e foto di Dark Rider

Scaletta:

Stars in Still Waters
Hengilàs
Icicle Sleeves
Kolnidur
Tornado
Sinkink Friendships
Saint Naïve
K12
Go Do
Boy Lilikoi
Animal Arhitmetic
New Piano Song

Sticks and Stones
Grow Till Tall

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