Ago 022011
 

Roma, Villa Ada, 20 luglio 2011

★★★★☆

Esiste un labile confine che rende un concerto acustico memorabile o stucchevole. Di certo contano molto abilità e carisma dell’artista. Anche la location ed il pubblico presente aiutano allo scopo. Se l’alchimia funziona, lo spettacolo sarà memorabile. Suzanne Vega è stata memorabile. Perché ha calcato il palco con la grazia di una farfalla e delicata come una piuma ha cullato i fortunati presenti per un’ora e mezza. Dolce cara Suzanne, lei si che ha saputo interpretare quello che è il suo lavoro classico (chitarra e voce) senza orpelli inutili e fronzoli noiosi (Ben Harper, ascolta e impara !). Unica, se si può definirla tale, concessione extra, accompagnarsi ad un genio delle sei corde elettriche, quel Gerry Leonard conosciuto per avere accompagnato Bowie nel suo ultimo tour (e da Bowie definito il suo band leader, nonostante la pletora di musicisti di quella formazione, andate recuperarlo, il dvd del Reality tour). Un elfo irlandese con tanto di abbigliamento tradizionale che insegna che per creare emozione con un chitarra non occorre avere dodici dita e la velocità di una saetta, ma basta una nota suonata al timbro e momento giusto (ed una serie di effetti per chitarra da astronave spaziale). L’accompagnamento, per esempio, in e-bow su Calypso ha spalancato di meraviglia tutte le mandibole dei presenti.

Ma poiché i grandi musicisti si evolvono, anche se cinquantaduenne la Newyorchese sta crescendo.
E’ passata da cantautrice (Marlene on the wall) al mainstream (Luka e Tom’s Diner), ad un pop sempre più sofisticato fino ad arrivare ad Off Broadway con un musical da lei scritto e recitato e di cui ci ha dato un buon assaggio durante la serata. Musical dedicato a Carson McCullers (1917-1967), scrittrice americana di nicchia, ma pur sempre autrice di Riflessi di un occhio d’oro. Il concerto cita in parte la storia letteraria della McCullers e dei suoi colleghi più intimi (vedi Harper Lee o Tennessee Williams). La Vega si fa aiutare nella spiegazione da un artista italiano emergente, Valerio Piccolo, che ha appena lanciato una collaborazione sfociata in una canzone, Suono nell’aria, che è un sequel di uno dei primi pezzi di Suzanne, Freeze Tag (dal primo disco del 1985).
E come se non bastasse, lo scopo principale della serata, tanto per ribadire la poliedricità artistica, è festeggiare la fondazione di una casa discografica di proprietà della Vega, per la quale sta ricostruendo il repertorio passato rileggendolo per argomenti e nuovi arrangiamenti. Il progetto definito Close Up è giunto alla terza parte.
Ed infine, Villa Ada ci ha messo del suo, la magia del posto si è sposata perfettamente con i temi della serata, tant’è che ci saranno regalati più di un bis e più di un sentito ringraziamento, con tanto di doppio bis, ribadito il giorno dopo anche sulla pagina Facebook che l’artista mostra di curare personalmente e di frequentare il più spesso possibile.

SCALETTA :
Marlene on the wall\Whwn heroes go down\Small blue things\Caramel\Frank & Ava\Gypsy\New York\Tombstone\Blood makes noise\The man who played God\The queen and the soldier\Some journey\Luka\Tom’s diner\\\\\Suono nell’aria (Freeze tag)\In Liverpool\Rosemary\\\\\Calypso\Solitude standing

Recensione di Attilio
Foto di Fabrizio


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